Il sali e scende dei casinò italiani, Sanremo in crescita, mentre il Casinò Campione d’Italia in discesa. Timore per i responsabili del Casinò di Venezia per lo scandalo Mose, che potrebbe dare dei problemi al progetto di privatizzazione se non addirittura annullarlo. Insomma buone notizie ma anche non postive, per il settore dei giochi d’azzardo tradizionali. Da un lato il Casinò ligure che nel mese di maggio ha raggiunto obiettivi non aspettati, dall’altro incassi in ribasso da parte del Casinò Campione d’Italia e ancora più preoccupante la situazione del Casinò veneto, coinvolto nello scandalo Mose.
Quindi tanti complimenti per il Casinò ligure, con un più 5,26% d’incassi nel mese di maggio (confronto con lo stesso periodo 2013). Sono circa 3,5 milioni di euro in più, anche grazie alle slot machine con 2,5 milioni di euro (6,98% in più), il rimanente milioni diviso fra blackjack, roulette e altri. In soli cinque mesi dell’anno in corso il Casinò di Sanremo ha incassato oltre 19 milioni di euro e ottiene un positivo 3,38% in più rispetto al 2013.
In discesa il Casinò Campione d’Italia con un -1% rispetto allo stesso periodo del 2013, con incassi di circa 8,4 milioni di euro. Nonostante che le slot machine abbiano dato una spinta del 3,8% e siano cresciuti gli ingressi del 6,4%, la sala da gioco campionese ha perso circa l’1% nei primi 5 messi dell’anno, nei confronti del 2013.
Casinò di Venezia
Le problematiche aumentano e arrivano questioni che non attese, come l’arresto del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, che aggiunge negatività alla già complicata situazione. Infatti, alcuni giorni orsono, il primo cittadino veneziano è stato arrestato dalla Procura con una grave accusa di corruzione, riciclaggio di soldi sporchi e concussione. Il sindaco è fra i 35 arrestati per il grave scandalo degli appalti del Mose, una struttura mai terminata, ideata per la protezione contro l’alta marea di Venezia.
Ovviamente questo, ulteriore scandalo italiano colpisce anche la sala da gioco veneziana, attualmente in gestione al Comune, con la probabilità reale di far sciogliere la giunta comunale (come minimo). Quindi il processo per la privatizzazione, iniziato circa un anno fa si complica, dare delle date per un nuovo bando è difficile. Ma la nuova giunta potrebbe mantenere l’idea di mantenere il controllo del Casinò di Venezia, ovviamente è tutto da vedere.
Contare le carte al blackjack
Cambiando argomento, sembra che contare le carte al blackjack sia tornato di moda, specialmente nelle sale da gioco americane e addirittura fra i Vip. Dopo il caso dell’attore Ben Affleck (Hard Rock Casinò), un altro personaggio famoso americano (Dana White) si è reso colpevole di una vicenda simile, stavolta al Palms Casinò di Las Vegas.
Presidente della Ultimate Fighting Championship, White sarebbe stato allontanato dai tavoli da gioco del blackjack, dopo aver vinto una considerevole somma di 2 milioni di euro, con l’accusa di contare le carte al blackjack. Il presidente si è difeso dichiarando di essere all’oscuro e di aver semplicemente giocato, criticando i casinò americani che sono sempre meno avvezzi a perdere denaro, visto la situazione di crisi.
Flessione nelle casse del fisco
La crisi si fa sentire ovunque, anche il mercato dei giochi ne risente in modo pesante alla diminuzione dei consumi, come dimostrato, nei primi 4 mesi del 2014, le entrate nelle casse dell’erario sono scese a circa 3,8 miliardi di euro, con un negativo 2,3 per cento rispetto al 2013, considerando l’imposte dirette e indirette. I dati si riferiscono a tutto il settore del gioco d’azzardo, compreso il gioco live (superenalotto, lotto e altro), sia i casinò online e case da gioco virtuali come: scommesse, giochi casinò, bingo, poker e altro).
Ferma la pubblicità sui giochi
Si è riunita, nei giorni scorsi la Commissione Affari Sociali della Camera, l’argomento è la discussione sul disegno di legge sulla ludopatia, al quale sono stati fatti emendamenti numerosi. Secondo quanto dichiara Paola Binetti (PD), verrà inserita una nuova norma che dovrebbe vietare la pubblicità sul gioco, ma non è chiaro se questo impedimento si estenderà solo alla tv, radio e giornali, ma anche alla stampa locale e siti internet.