Solo nel mese di agosto (il cash game è diventato legale il 18 luglio) circa 900 milioni giocati, dei numeri davvero entusiasmanti: siamo di fronte a una vera epoca del mercato del poker online in Italia. Vediamo ora quali sono le chiavi di questo grande successo.
Come abbiamo detto circa 900 milioni di euro messi sui tavoli da gioco online, nel poker cash game, “solo” 94,2 milioni nei tornei, per totale complessivo che arriva vicino al miliardo di euro in solo mese: in pratica significa un terzo della raccolta complessiva di tutto il 2010 (circa 3,1 miliardi). Che il gioco a “denaro reale” sarebbe stata una vera miniera d’oro era abbastanza prevedibile, anche osservando quanto succede dov’è permesso (per esempio in Francia, il 90% del mercato è costituito dal poker cash game).
Tuttavia, dati del genere sono stati comunque una sorpresa molto gradita. D’altra parte, già la partenza di luglio (326, 5 milioni d’euro in soli 14 giorni) aveva lasciato intendere che quella a cui avremmo assistito sarebbe stata un’autentica rivoluzione (i dati di agosto non sono stati che la conferma).
Ora l’ipotesi è di una raccolta di circa 12 miliardi di euro all’anno (ricordiamo che prima della partenza del gioco si pensava di raggiungere i 6 miliardi di euro), una somma davvero enorme, ma probabilmente non troppo lontana dalle aspettative. Degli 894 milioni circa giocati nel mese di agosto, 864 sono stati ridistribuiti fra i giocatori, 30 se li sono divisi le poker room (24 milioni e lo Stato (6 milioni, perché la normativa prevede un’imposta unica del 20% delle somme non restituite ai giocatori).
Se le previsioni dovessero essere corrette, in circa un anno entrerebbero, così, nelle casse dello Stato la bellezza di oltre 70 milioni di euro (per essere precisi 72)! Certo le dichiarazioni da parte delle poker room sono ancora improntate alla calma, perché un solo mese di gioco per capire come andrà poi la raccolta nel resto dell’anno, ma i numeri rimangono comunque impressionanti.
Il segreto del successo. Va detto che l’effetto novità è certamente stata una delle cause principali del boom del cash game, portando moltissimi giocatori a voler provare l’ebbrezza di mettersi in gioco in una specialità differente, ma la spiegazione non può chiaramente essere solo questa. Non si raccolgono 900 milioni di euro in un mese solo per questo!
La verità è che, molto probabilmente, il poker cash game appassiona di più rispetto al poker in modalità torneo, almeno in nelle poker room online. Dal vivo, infatti, lo si può giocare solo nei casinò, dove le cifre in ballo sono ben diverse. Nel poker online, invece, ognuno può scegliere il tavolo in base alla propria disponibilità economica a partire dai bui di 1 (piccolo buio) e 2 (grande buio) centesimi. In questo modo, si rischia quello che ci si può permettere senza, per questo, diminuire il proprio divertimento.
La rapidità del gioco. Rispetto alla modalità torneo, il poker cash game vince per la velocità del gioco. Ci spieghiamo meglio. Arrivare a premio in torneo Texas Hold’em No Limit (e quindi vincere il montepremi) spesso vuol dire passare molte ore davanti al PC, riuscendo a mantenere sempre un livello di concentrazione molto alta, pena l’eliminazione (e quindi la mancata vincita economica).
Nel cash game, invece, il tutto può avvenire in pochi minuti e per incrementare il proprio conto a volte basta anche una mano soltanto. E in una società che è ormai abituata ad andare a mille all’ora in tutti i settori, si tratta di una variabile da non sottovalutare. Certo, il discorso non vale per i professionisti, abituati a giocare giorno e notte, ma è indubbio che anche loro il cash game offra possibilità di guadagno molto maggiore rispetto ai tornei. Giocheranno sempre le stesse ore, ma nello stesso tempo avranno la possibilità di vincere una somma decisamente più alta.
La certezza del tempo. Tornando a considerare i non professionisti (e quindi la stragrande maggioranza dei giocatori), un altro vantaggio del cash game è la certezza del tempo di gioco. Se decideremo di giocare, per esempio, per un’ora ci alzeremo dal tavolo, spegneremo il PC e ci potremo dedicare ad altro.
Partecipando a un torneo, al contrario, si conosce l’orario d’inizio, ma non quello di fine. Nei Sit&Go si può provare a ipotizzare il tempo necessario (comunque mai corretto al 100%), ma nei tornei con tantissimi iscritti (quelli che regalano i montepremi maggiori) non si riesce. Impossibile, quindi, fare altri programmi per la serata o il pomeriggio, dato che non si può sapere quando ci si alzerà dal PC. E per chi non vive da solo questo, almeno alla lunga, potrebbe diventare un problema serio!
La fortuna non conta. Un altro vantaggio del gioco a soldi veri e che i bui rimangono sempre fissi, dall’inizio alla fine della partita. Questo comporta una minora incidenza, sul lungo periodo, della fortuna di una maggiore possibilità di emergere per chi è tecnicamente più bravo. Spieghiamo immediatamente il motivo.
Nei tornei l’aumento dei bui spesso comporta che a un certo punto si è quasi costretti a mettere tutte le proprie fiches nel piatto (all-in), anche con mani marginali o comunque non del tutto consigliabili, confidando che le dea bendata sia dalla propria parte.
Giocare e vincere dei “coin flip” è indispensabile per arrivare a premi in un torneo; non nel cash game dove invece si tende a fare delle scelte più oculate, non giocandosi certamente tutto il proprio patrimonio con una percentuale di vittoria intorno al 50% o poco più. Nel cash game i giocatori più tecnici (non quelli della “domenica”) sanno che hanno tutto il tempo di aspettare i punti migliori, senza che il valore dei bui abbia la minima incidenza sulla propria tattica.
Per tutta la partita, lo ripetiamo, non aumentano mai. Nessuno, quindi, si troverà mai ad essere “corto”, cioè con un numero di fiches che non gli permetta altra azione se non quella di andare all-in, anche con mani appena decenti. E questo è senz’altro un vantaggio. Il poker, non dimentichiamolo mai, è un gioco di percentuali e se si riesce a partecipare ai piatti solo quando queste sono molto favorevoli, allora le probabilità di vincere dei soldi non potranno che essere alte.
Il colpo sfortunato, come ovvio, può sempre accadere (in fin dei conti, si tratta sempre di un gioco di carte), e in quei casi la “botta” subita potrebbe essere notevole, ma alla lunga saranno le capacità tecniche quelle che avranno la maggiore incidenza sul risultato finale.
La scarica di adrenalina. Infine, non va sottovalutato il “fattore adrenalina”. Nei tornei si paga una quota d’iscrizione e si va avanti fino alla vittoria o fino a quando si viene eliminati, sapendo quindi per certo quanto si può vincere o perdere. E’ emozionante, ovvio, andare all-in, giocandosi tutte le proprie fiches, ma non paragonabile a quello che si prova dovendo mettere nel piatto denaro vero, attendendo che si girino, ad una a una, le carte comuni.
Senza entrare troppo nell’analisi della psiche umana, il giocatore, indipendentemente dal risultato finale (ovvio, sempre meglio vincere), proverà emozioni fortissime (la famosa scarica di adrenalina) durante lo svolgimento della mano, più che alla fine (un po’ come avviene con la roulette dei casinò quando il croupier fa girare la pallina); emozioni che lo porteranno, poi, a volerle riprovare in futuro.
Meccanismo molto pericoloso, come avrete intuito, ma che presumibilmente è tra i motivi principali del successo del cash game. Dopo qualche anno di tornei, insomma, il giocatore di poker online sentiva il bisogno di nuove emozioni e si è così avviato verso questa nuova specialità.
La raccomandazione, quindi, è di rimanere sempre nei limiti, senza mai perdere la testa e non giocandosi soldi che non possiamo permetterci di perdere! I futuro del poker in modalità torneo.
Dunque il tempo dei tornei è finito? Difficile dare una risposta sicura. Diciamo che i 94 milioni di euro di raccolta di agosto sono davvero esigui, dopo i 160,8 di luglio (partenza del poker online cash game, lo ricordiamo ancora il 18 luglio). L’anno scorso, il mese di agosto aveva fatto segnare una raccolta di 225,4 milioni, quindi la perdita secca è nell’ordine del 58%, non poco.
E’ presto per tirare delle conclusioni, anche perché si può supporre che nei prossimi mesi una parte di giocatori di cash game (magari scottati dalle perdite, o soltanto perché, passato l’effetto novità, li riterranno più divertenti) tornerà a cimentarsi nei tornei e che quindi la sproporzione fra le due specialità diminuirà. Certo, però, che, visti i dati, è difficile credere che la modalità torneo possa arrivare a conquistare più di un terzo (e probabilmente siamo larghi) del mercato complessivo del poker online.
Niente paura, però, perché i tornei troveranno presto un nuovo mercato nel gioco dal vivo. Non va dimenticato, infatti, che entro il mese prossimo inizierà l’iter che porterà all’assegnazione di mille concessioni per l’apertura di punti gioco sull’intero territorio italiano. E c’è da scommettere che i tantissimi che hanno iniziato a praticare il Texas Hold’em nei vecchi circoli affolleranno queste sale, accompagnati dai tantissimi che vorranno provare questa nuova esperienza di gioco.