Ci occupiamo ora di due indispensabili strumenti per diventare dei buoni giocatori di poker testa a testa (heads-up) e quindi vincenti, in modo particolare contro avversari solidi e che non si battono da soli. E’ essenziale infatti, essere in grado di far volgere a nostro favore anche partite non semplici e per le quali dovremo far ricorso a sofisticate armi.
La prima è denominata “floating” (in inglese “to float” tradotto “galleggiare”). Il floating è di fatto un’arma di difesa dalla continuation bet dopo il flop dai nostri avversari, che poi si trasforma in arma di attacco al turn e infine il river. Floating sulle carte Praticamente il floating consiste nel chiamare, quando si è in posizione, la continuation bet dell’avversario che ha rilanciato pre-flop, indipendentemente dalle carte che si hanno in mano, per poi puntare al turn o al river qualora intravedessimo segnali di debolezza.
Troppo difficile? Ma no, cerchiamo comunque di essere più chiari con un esempio. Ipotizziamo di essere di piccolo buio (small blind) e avere Q (quadri)-10 (fiori) nella fasi iniziali di un partita in modalità heads-up, quindi con bui 10/20 e 1.500 chips di partenza. Decidiamo solo di chiamare, il nostro avversario, da grande buio (big blind), decide di rilanciare pre-flop a 80. A questo punto abbiamo sostanzialmente due possibilità, chiamare o fare fold, Decidiamo che le carte che abbiamo in mano le possiamo giocare, in posizione, contro il nostro avversario.
Quindi il pot è di 160. Il flop è 7 (fiori)-7 (cuori)-3 (quadri). E’ prevedibile che il nostro avversario farà una continuation bet (continuerà a puntare) di circa metà pot, quindi punta 80. Non abbiamo legato nulla, ma la domanda da porci è: “con quali mani il nostro avversario può rilanciare pre-flop fuori posizione?”. e inoltre “questo flop può averlo aiutato a incrementare il valore della sua mano?“.
Ovvio è che le risposte a questi due quesiti dipendono da vari fattori (che avversario dobbiamo affrontare, chiuso, maniac, calling station o tight aggressive). Tuttavia questo è un flop che difficilmente può aver aiutato il nostro avversario, quindi, a questo punto abbiamo l’opzione di fare solo call (chiamare) con l’obiettivo di valutare suoi eventuali segnali di debolezza per poterli sfruttare a nostro vantaggio. Il pot (piatto) è ora 320 chips.
Il turn è un 4 (fiori). Questa è una carta perfetta per i nostri progetti, il board è basso ed è probabile che questa carta sia del tutto inutile per il nostro avversario. Infatti, decide di fare check. A questo punto, a meno che non stia utilizzando una tattica di poker denominata “slow play”, ci sta chiaramente dicendo che ha mancato il flop e ha semplicemente effettuato una continuation bet classica. A questo punto noi puntiamo 180 e il nostro avversario folda (lascia la mano).
Abbiamo vinto un piatto da 320 senza aver legato nulla ma sfruttato la forza del “floating”. Facendo un riassunto, le condizioni essenziali perché questa tecnica di poker heads-up possa essere efficace sono:
A) Essere in posizione rispetto al nostro avversario.
B) Che questi non sia né maniac né calling station, perché altrimenti difficilmente mollerà la mano.
C) Che sia un avversario aggressivo, ma con razionalità. Il tipico avversario tight aggressive. Questa strategia di gioco va quindi utilizzata con cautela perché se messa in atto nel momento sbagliato potrebbe costarci molte chips, se usata in modo sapiente però vi consentirà di guadagnarne molte in piatti che non avremmo mai potuto vincere.
Niente o tutto La seconda arma vincente dei migliori giocatori di heads-up è il call di una puntata al river con asso carta alta, quindi non avendo legato neanche una coppia tra flop, turn e river.
Quando è opportuno fare call con “ace high?” Sostanzialmente in due situazioni di gioco:
A) quanto riteniamo che la nostra mano abbia “showdown value“, ossia quando l’andamento delle puntate del nostro avversario ci porta a pensare che questi abbia mancato un progetto e che sia completamento in bianco.
B) Quando la sua puntata al river risulti talmente bassa rispetto al piatto da darci “pot odds” troppo favorevoli per lasciare (foldare). Per esempio, presupponiamo, che riceviamo da small blind A (fiori)-8 (cuori). Sui bui 10/20 decidiamo correttamente, di fare raise (rilanciare) 50 e il nostro avversario, che sappiamo essere tight passive (più semplicemente “una calling station”) fa call.
Il pot è di 100 chips.
– Il flop è 10 (fiori)-9 (quadri)-3 (quadri). Lui fa check da BB e noi andiamo in continuation bet per 80, venendo immediatamente (snappati “call”) chiamati. Il piatto è di 260.
– Al turn esce un 9 (cuori). Il nostro avversario fa di nuovo check, noi decidiamo di rallentare la nostra spinta non avendo legato nulla e facciamo lo stesso “check“.
– Il river è un 3 (picche). Il BB punta immediatamente l’intero piatto cioè 260. Adesso tocca a noi! Proviamo ad analizzare la situazione: sappiamo che l’avversario è una calling station, in pre-flop può avere davvero chiamato con tutto. Il flop è negativo per noi, due quadri e due carte connesse per la scala, decidiamo comunque di fare una continuation bet standard, venendo subito chiamati (notiamo che, l’instant call è spesso rilevatore di un progetto, in questo caso può essere di scala o colore).
Il 9 al turn raddoppia il board e a questo punto il check del BB deve farci riflettere: cosa avrebbe fatto se avesse avuto un 9 o un 10 su un board con 2 quadri e due carte a scala?
Certamente avrebbe puntato per impedirci di ottenere una carta gratis che potrebbe farci chiudere un progetto eventuale. Il check, al contrario, indica probabilmente che ad avere un progetto possa essere lui. Infine al river si raddoppia il board, e il nostro avversario punta in modo istantaneo l’equivalente del piatto.
Ora, una puntata così alta è, spesso, sintomo di debolezza. Riflettiamo un secondo: perché puntare così tanto se si fosse chiuso un full con il rischio di farci passare la mano?
Decidiamo, quindi, di chiamare e il nostro antagonista di poker mostra Q (picche)-J (cuori) per un progetto a scala mancato. Abbiamo vinto un pot da 780 grazie alla nostra perfetta lettura dell’avversario. In modo parallelo, se al river avesse puntato soltanto 40, saremmo stati “costretti” a chiamare. Staremmo in pratica ricevendo odds di 7,5 a 1 (dovremmo mettere 40 in un piatto da 300). In questi casi il call è sempre corretto se pensiamo di avere più del 13% (1 su 7,5) di probabilità di aggiudicarci la mano.