Un cambio di leggi per i casinòLa CGUE (Corte di Giustizia Europea) rilascerà il 26 settembre 2014 una sentenza per lo stato Danese che potrebbe interessare tutta l’Europa. L’originaria causa è stata indetta dall’operatore danese di casinò “Royal Scandinavian Casino Arhus” che ha voluto sostenere l’ingiustizia e l’illegalità per la differenza nei tassi d’imposta applicati sul proprio territorio e ai casino online. La cosa strana è che sono gli operatori che operano in Danimarca con i casino dal vivo a subire una fiscale imposizione più elevata rispetto agli operatori di casino online non danesi.

L’adottata motivazione dei governanti danesi per questa inferiore tassazione è che i gestori di gambling online hanno necessità di un deciso incentivo per fare la richiesta di una licenza che può avere un valore di ben 60,821 dollari a fronte di 260.659 dollari di annuali imposte. L’europea Commissione ha avvallato, inizialmente, la decisione e le motivazioni del governo di Danimarca sulla base dell’interpretazione propria dei Trattati della UE che hanno spinto il Casinò (Royal Scamdinavian Casino Arhus) a girare all’attenzione della CGUE l’importante questione.

La causa promossa dal casinò, secondo PokerFuse, è centrata sulle affermazioni che un imposizione fiscale inferiore per il gambling online da vita a un mercato con una ingiusta competitività fra gli operatori che operano sul territorio danese. La sala da gioco evidenzia in modo deciso come il governo danese viola i principi di proporzionalità della UE per quanto riguarda il gioco online con in palio denaro, oltre che causare delle restrizioni al libero mercato per le aziende di gioco online con più vantaggiosi tassi fiscali.

Per ora non è davvero possibile predire quale saranno le decisioni della Commissione per questa scottante questione, ma le sensazioni sembrano a favore del Casinò. La CE ha in precedenza stabilito che la danese legislazione per quanto riguarda le forme diverse di gioco non dovrebbe fare delle distinzioni.

La nazionale legislazione che in realtà vieta le transfrontaliere attività nel mercato del gioco e delle scommesse, a prescindere dalle forme in cui le attività vengono intraprese e in particolare modo nelle casistiche in cui c’è la possibilità di un diretto contratto fra operatore e consumatore, oltre ai fisici controlli per motivi di sicurezza che possono essere applicati su presenti intermediari sul territorio danese, è decisamente in contrasto con gli articoli 49 EC e 43 EC.

Se il prossimo 26 settembre 2014, la CGUE si pronuncerà in modo positivo e quindi a favore del Casinò, potrebbero essere delle decise ripercussioni in altri 2 Stati con legislazioni di gambling online ancora pendenti: Paesi Bassi e Portogallo.

I Paesi Bassi, per la regolamentazione sul gioco online, ha proposto una legge che ad oggi non viene ben accettata dalle case da gioco che operano sul territorio. Mentre il Portogallo ha già approvato una specifica legge sul gambling online che dovrebbe trasformarsi in una regolamentazione già a partire dalla fine del 2014. Entrambi i due Stati hanno proposto differenziati tassi d’imposta, che potrebbero spingere il governo a rivedere le leggi ancora non adottate sul gioco online per dare un’uniformità alla fiscalità sull’argomento.